Eh già! Non si finisce mai di imparare, anche nell’arte narrativa. La tecnica, infatti, va sempre affinata con nuove conoscenze utili ad acquisire elementi per migliorare.
Così ho approfittato del seminario organizzato dalla Ewwa (European Writing Women Association) sabato 11 marzo a Roma che, come annunciava il titolo (“Indagini sul giallo”) avrebbe dato nozioni per la costruzione di un romanzo di intrighi e ricerche investigative; seminario questo a scoprire molte cose interessanti!
Il workhop è stato un susseguirsi di contributi importanti per tutta la giornata di sabato, con i lavori suddivisi in due moduli. La mattina si è tenuto l’incontro con vari relatori. Il pomeriggio, invece, il vero e proprio laboratorio di scrittura. La location è stata la sala convegni delle Edizioni Martina (via Agrigento, 1 – Roma).
Ma andiamo per gradi…
«Non esiste delitto perfetto, esistono indagini mal fatte.»
L’approfondimento della mattina “Criminologia, la parola agli esperti” ha visto la partecipazione di figure di spicco legate al mondo giuridico, investigativo e scientifico e l’ottima moderazione di Luigina Sgarro (psicologa) che, con le sue domande dettagliate e puntuali, ha stimolato la discussione e gli interventi.
La psicologia per indagare la mente criminale
Anna Maria Anselmi è avvocata e criminologa, una delle prime in Italia. Ha seguito numerosi casi, tra i tanti quello del rapimento del piccolo Farouk. Con lei abbiamo avuto elementi informativi circa il lavoro di ricostruzione della mente criminale, dei suoi contorti meccanismi, nonché un’approfondita disamina sulle teorie dello sviluppo della personalità criminale, che – a quanto pare – riprendono le teorie un po’ accantonate di Cesare Lombroso per rinnovare l’annosa questione del: criminale si nasce o ci si diventa per cause culturali, sociali, ambientali, casuali?
«Il criminologo cerca di entrare nella testa del reo per capire perché lo fa, Entra nei ragionamenti del criminale scevro da giudizi, con atteggiamento neutro, non giudicante.» (A. M. Anselmi)
«Appena istituito il corso di criminologia, in Italia nel 1990, neanche si sapeva bene quali competenze avesse un criminologo; per anni non è esistito neanche l’albo. Ora la professione si è affermata ed è universalmente riconosciuta.» (A. M. Anselmi)
La scienza per rilevare indizi
Con Rossana Cecchi (dirigente medicina legale di Parma, anatomopatologa), abbiamo scoperto tecniche di rilevazione scientifica ma anche le profonde motivazioni per svolgere un lavoro delicato e importante come quello dell’anatomopatologo.
«La scena del crimine “parla” ed è il primo passo per comprendere ciò che è accaduto al cadavere. E se il sopralluogo parla sta all’anatomopatologo osservare, analizzare, ascoltare la scena del crimine.» (R. Cecchi)
«I delitti che diventano casi mediatici a causa del continuo cambio di indirizzo delle indagini, avvengono in provincia (Cogne, Garlasco, Perugia, Avetrana), con corpi di polizia non attrezzati né esperti che compiono errori di rilevazione degli indizi e, quindi, aumentano la confusione e le difficoltà investigative.» (A. Cecchi)
«Il patologo forense ha empatia verso la vittima, quando era viva e scientificità nell’approccio con il cadavere per coglierne le risposte e gli indizi che porta con sé.» (A. Cecchi)
Le indagini, i fatti, la cronaca, la realtà e il romanzo
Grazie ad Antonio Del Greco e a Massimo Lugli. Il primo ex dirigente Italpol, ha collaborato con gli Usa, si è occupato di indagini importanti della cronaca romana ed è stato anche consulente per fiction tv, come La Squadra e Distretto di polizia. Il secondo invece è stato giornalista de La Repubblica. Ora, i due assieme, formano la coppia narrativa del volume Città a mano armata, pubblicato dalla NewtonCompton. Ascoltando i loro interventi e gli episodi di vita reale, ci siamo potute calate nelle atmosfere investigative dei più eclatanti e efferati fatti di cronaca della malavita romana, quando Del Greco era alla Omicidi della squadra mobile di Roma e Lugli si occupava di cronaca.
«La riforma della pubblica sicurezza, datata 1981, segna la linea di demarcazione tra le indagini “in bianco e nero” e quelle “a colori”: grazie alle nuove tecnologie e strumentazioni utilizzate nelle investigazioni (intercettazioni telefoniche, ambientali, esame del Dna, luminol eccetera) si è radicalmente cambiato modo di fare ricerche e di indagare.» (Antonio Del Greco)
«In un romanzo o in una fiction investigativa non è necessario legarsi alla realtà oggettiva, a volte la narrazione può essere attinente alla realtà: plausibile, ecco. Come a dire “potrebbe essere andata così”» (Massimo Lugli)
«L’attività principale del poliziotto è fatta di indagini d’ufficio, approfondimenti, ricerca di prove: tanta carta & documentazione per poi concludersi con l’arresto (in modo spettacolare o meno, meno è spettacolare più risulta riuscita l’operazione: se si arriva a sparare è un’operazione svolta male).» (Antonio Del Greco)
«Quello che attira nei casi più eclatanti di cronaca è il male che si scatena nella normalità. Tutti i casi più seguiti sono quelli dove sono coinvolte persone normali (non serial killer): è proprio la normalità che fa venire tanti dubbi, paure. È proprio quella che sconvolge.» (Massimo Lugli)
Una breve pausa presso il vicino ristorante ha permesso alle Ewwe di conoscersi per la prima volta o ritrovarsi dopo tanto tempo.
Le partecipanti, arrivate anche dalle regioni limitrofe, hanno formato un gruppo numeroso e chiacchierone, intento a parlare dei nuovi singoli progetti professionali, analizzare trame e idee, affrontare argomenti legati al mondo editoriale o intessere uno scambio di informazioni personali e lavorative… un fermento creativo che neanche il pranzo è riuscito a placare! 😀
Le tecniche narrative della storia di detection, noir, thriller, giallo
Un caffé veloce e… poi sono ripartiti i lavori del seminario e questa volta ad aspettarci c’era Augusto Q. Bruni, script analyst, personaggio carismatico e affascinante, che ci ha spalancato le porte sulle diverse tecniche narrative (letterarie e cinematografiche) di un romanzo di detection. Più di quattro ore di full immersion, che ci ha fornito strumenti importantissimi per arricchire la nostra cassetta degli attrezzi* di scrittrici. Molte delle autrici presenti hanno avuto input creativi per trame noir o investigative, altre hanno fatto esperienza di accrescimento professionale.
Grazie alla rete Ewwa per offrire alle proprie iscritte workshop altamente qualificati di questo tipo, che sono un’ottima risorsa per chi vuole fare della scrittura il proprio modo per comunicare.
Loriana Lucciarini
Vuoi leggere altro sul workshop Ewwa? Ecco qui l’articolo di Tiziana Zita su Cronache Letterarie – qui
*La Cassetta degli attrezzi (composta dagli appunti di Loriana Lucciarini presi durante i lavori del workshop) sarà pubblicata nei prossimi giorni – APRILA QUI!
Vuoi maggiori informazion su EWWA? clicca qui!
L’ha ribloggato su Scintille d'Anima.
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Voglio essere una EWWA…
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😁😁😁😁
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